Ritorno in Francia e primi successi letterari
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[[File:Chateaubriand Condé.jpg|thumb|Chateaubriand a Coblenza presso l’accampamento dell’armata del [[Luigi-Antonio Enrico di Borbone-Condé|duca d’Enghien]], al tempo dell'[[esercito degli emigrati]].]]
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[[File:Chateaubriand Condé.jpg|thumb|Chateaubriand a Coblenza presso l’accampamento dell’armata del [[Luigi-Antonio Enrico di Borbone-Condé|duca d’Enghien]], al tempo dell'[[esercito degli emigrati]].]]
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{{citazione|Sono diventato cristiano. Non ho per nulla ceduto, lo ammetto, a delle grandi forze soprannaturali; la mia convinzione è uscita dal mio cuore: ho pianto e ho creduto.|”Genio del Cristianesimo”}}
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{{citazione|Sono diventato cristiano. Non ho per nulla ceduto, lo ammetto, a delle grandi forze soprannaturali; la mia convinzione è uscita dal mio cuore: ho pianto e ho creduto.|”Genio del Cristianesimo”}}
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Fu una lettera di sua madre in fin di vita a riavvicinarlo alla religione. Di ritorno
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Fu una lettera di sua madre in fin di vita a riavvicinarlo alla religione. Di ritorno in Francia nel maggio del [[1800]], grazie all’amnistia agli emigrati concessa in seguito al [[colpo di Stato del 18 brumaio]] contro il [[Direttorio]] (novembre [[1799]]), redasse per qualche anno il [[Mercure de France]] insieme a [[Jean-Pierre Louis de Fontanes]], e fece apparire in questa rivista, nel [[1801]], ”[[Atala (romanzo)|Atala]]”, originale creazione letteraria che conserva echi della concezione rousseuiana del [[buon selvaggio]], e che venne accolta nella generale ammirazione.<ref name=bio/>
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Compose nello stesso periodo ”[[René (romanzo)|René]]”, opera semi-autobiografica impregnata di una malinconia sognante, che diventerà un modello per gli scrittori [[romanticismo|romantici]]. In quest’opera, Chateaubriand evoca in modo appena velato il sentimento casto, ma violento e appassionato che ha provato per la sorella Lucile, che lo soprannominava «L’incantatore».
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Compose nello stesso periodo ”[[René (romanzo)|René]]”, opera semi-autobiografica impregnata di una malinconia sognante, che diventerà un modello per gli scrittori [[romanticismo|romantici]]. In quest’opera, Chateaubriand evoca in modo appena velato il sentimento casto, ma violento e appassionato che ha provato per la sorella Lucile, che lo soprannominava «L’incantatore».
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