I neogiacobini
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Anche se i giacobini non esistettero più ufficialmente dopo la chiusura del club di via Saint-Honoré, durante gli anni del [[Direttorio]] si diffuse il movimento dei cosiddetti “neogiacobini”, esponenti della sinistra radicale extraparlamentare, in buona parte membri del gruppo dirigente sotto il Terrore, scampati alle epurazioni. Il [[Club del Panthéon]] fu considerato quindi l’erede del Club originale. Molti di loro, compromessi nell'[[insurrezione del 12 germinale anno III]] e in [[Insurrezione del 1º pratile anno III|quella di pratile]] (1795), represse da [[Paul Barras|Barras]] e da [[Napoleone Bonaparte]], ex giovane giacobino, e nella [[congiura degli Eguali]] ordita nel maggio [[1796]], promossa da [[François-Noël Babeuf|Gracco Babeuf]], un giacobino anti-hebertista ”[[enragés]]” che aveva preso posizione contro le repressioni della guerra in Vandea, per rovesciare il governo del Direttorio, furono costretti alla clandestinità. Al primo tentativo si era unito Fouché, per l’occasione tornato giacobino dato che non aveva approvato l’eccessiva repressione dopo Termidoro, ma che dopo un breve arresto ritornò dalla parte moderata. Babeuf e i suoi, tra cui [[Filippo Buonarroti]] furono invece arrestati, e lui venne ghigliottinato per cospirazione.
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Anche se i giacobini non esistettero più ufficialmente dopo la chiusura del club di via Saint-Honoré, durante gli anni del [[Direttorio]] si diffuse il movimento dei cosiddetti “neogiacobini”, esponenti della sinistra radicale extraparlamentare, in buona parte membri del gruppo dirigente sotto il Terrore, scampati alle epurazioni. Il [[Club del Panthéon]] fu considerato quindi l’erede del Club originale. Molti di loro, compromessi nell'[[insurrezione del 12 germinale anno III]] e in [[Insurrezione del 1º pratile anno III|quella di pratile]] (1795), represse da [[Paul Barras|Barras]] e da [[Napoleone Bonaparte]], ex giovane giacobino, e nella [[congiura degli Eguali]] ordita nel maggio [[1796]], promossa da [[François-Noël Babeuf|Gracco Babeuf]], un giacobino anti-hebertista ”[[enragés]]” che aveva preso posizione contro le repressioni della guerra in Vandea, per rovesciare il governo del Direttorio, furono costretti alla clandestinità. Al primo tentativo si era unito Fouché, per l’occasione tornato giacobino dato che non aveva approvato l’eccessiva repressione dopo Termidoro, ma che dopo un breve arresto ritornò dalla parte moderata. Babeuf e i suoi, tra cui [[Filippo Buonarroti]] furono invece arrestati, e lui venne ghigliottinato per cospirazione.
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[[File:Gracchus Babeuf.jpg|thumb|Gracco Babeuf in una stampa del 1846]]Tuttavia, i neogiacobini godettero di forti appoggi al di fuori di Parigi, dove in diversi club rivoluzionari la maggioranza degli esponenti proveniva proprio dalle precedenti società popolari affiliate al club dei Giacobini. Dal resto della Francia provennero molti dei deputati della sinistra eletti alle camere nelle elezioni del [[1798]], che tuttavia vennero annullate con il [[Legge del 22 floreale anno VI|colpo di stato del 22 floreale]]. Ciò non impedì ai “neogiacobini” di conquistare di nuovo numerosi seggi alle successive elezioni del [[1799]], che – nonostante il nuovo tentativo da parte del Direttorio – vennero ratificate. Si ebbe così una nuova breve parentesi di governo giacobino, con la nomina di ex dirigenti del Terrore al governo: [[Robert Lindet]], già membro del Comitato di salute pubblica, alle Finanze; [[Jean-Baptiste Bernadotte]], generale giacobino e poi futuro [[Re di Svezia]], alla Guerra; [[Claude Sebastien Bourguignon-Dumolard|Bourguignon-Dumolard]], ex funzionario del [[Comitato di sicurezza generale]], alla Polizia. Una nuova versione del club dei Giacobini fu addirittura aperta nella sala del Maneggio del [[Palazzo delle Tuileries]] – e pertanto chiamato “[[Club del Maneggio]]” – nel luglio 1799. Ma si trattò di un fuoco di paglia. Assunta la leadership del Direttorio, il moderato [[Emmanuel Joseph Sieyès]] liquidò i ministri giacobini e ordinò al nuovo ministro della Polizia, [[Joseph Fouché]] (ormai definitivamente passato al moderatismo), di chiudere il club del Maneggio.
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[[File:Gracchus Babeuf.jpg|thumb|Gracco Babeuf in una stampa del 1846]]Tuttavia, i neogiacobini godettero di forti appoggi al di fuori di Parigi, dove in diversi club rivoluzionari la maggioranza degli esponenti proveniva proprio dalle precedenti società popolari affiliate al club dei Giacobini. Dal resto della Francia provennero molti dei deputati della sinistra eletti alle camere nelle elezioni del [[1798]], che tuttavia vennero annullate con il [[Legge del 22 floreale anno VI|colpo di stato del 22 floreale]]. Ciò non impedì ai “neogiacobini” di conquistare di nuovo numerosi seggi alle successive elezioni del [[1799]], che – nonostante il nuovo tentativo da parte del Direttorio – vennero ratificate. Si ebbe così una nuova breve parentesi di governo giacobino, con la nomina di ex dirigenti del Terrore al governo: [[Robert Lindet]], già membro del Comitato di salute pubblica, alle Finanze; [[Jean-Baptiste Bernadotte]], generale giacobino e poi futuro [[Re di Svezia]] napoleonico (fondatore della famiglia reale Bernadotte), alla Guerra; [[Claude Sebastien Bourguignon-Dumolard|Bourguignon-Dumolard]], ex funzionario del [[Comitato di sicurezza generale]], alla Polizia. Una nuova versione del club dei Giacobini fu addirittura aperta nella sala del Maneggio del [[Palazzo delle Tuileries]] – e pertanto chiamato “[[Club del Maneggio]]” – nel luglio 1799. Ma si trattò di un fuoco di paglia. Assunta la leadership del Direttorio, il moderato [[Emmanuel Joseph Sieyès]] liquidò i ministri giacobini e ordinò al nuovo ministro della Polizia, [[Joseph Fouché]] (ormai definitivamente passato al moderatismo), di chiudere il club del Maneggio.
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Il [[colpo di Stato del 18 brumaio|colpo di stato di Napoleone il 18 brumaio]] fece sfumare i sogni dei “neogiacobini”, che dovettero subire una violenta epurazione – con esecuzioni e condanne all’esilio nella [[Guyana francese]], cominciate già nel [[1798]] – nel [[1801]].
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Il [[colpo di Stato del 18 brumaio|colpo di stato di Napoleone il 18 brumaio]] fece sfumare i sogni dei “neogiacobini”, che dovettero subire una violenta epurazione – con esecuzioni e condanne all’esilio nella [[Guyana francese]], cominciate già nel [[1798]] – nel [[1801]].
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Durante l'[[Primo Impero Francese|Impero di Napoleone]] ci furono alcuni complotti giacobini contro di lui, ma fallirono tutti.
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Durante l'[[Primo Impero Francese|Impero di Napoleone]] ci furono alcuni complotti giacobini contro di lui, ma fallirono tutti.
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{{vedi anche|Napoleone Bonaparte: le opposizioni realista e giacobina}}
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Durante la [[Restaurazione]], per un breve periodo sedette in Parlamento lo storico giacobino del ’92-’93 abbé [[Henri Grégoire]].
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Il giacobinismo tornerà sotto una nuova forma con alcuni elementi della [[rivoluzione di luglio]] e con i moti successivi ([[insurrezione repubblicana di Parigi del giugno 1832]] e [[rivoluzione francese del 1848]]).
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Il giacobinismo tornerà sotto una nuova forma con alcuni elementi della [[rivoluzione di luglio]] e con i moti successivi ([[insurrezione repubblicana di Parigi del giugno 1832]] e [[rivoluzione francese del 1848]]).
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{{vedi anche|Giacobinismo#Il giacobinismo nel XIX e nel XX secolo}}
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{{vedi anche|Giacobinismo#Il giacobinismo nel XIX e nel XX secolo}}
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