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|AttivitàAltre = [[Riforma protestante|riformato]]
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|PostNazionalità = <ref>{{Cita|Plitt 1877}}; {{Cita|Kolde 1952}}; {{Cita|Wetzel 2019}} </ref>. Il suo ruolo nella [[Riforma]] si svolse
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|PostNazionalità = <ref>{{Cita|Plitt 1877}}; {{Cita|Kolde 1952}}; {{Cita|Wetzel 2019}} </ref>. Il suo ruolo nella [[Riforma]] si svolse soprattutto in un breve periodo di tempo a [[Wittenberg]] (1521-1522), quando gli eventi precipitarono a causa del vuoto di potere lasciato dall’assenza di [[Lutero]], e Zwilling assieme a [[Carlostadio]] fu responsabile di una notevole radicalizzazione del movimento<ref>{{Cita|Metz 1998}}</ref>. Oratore brillante, scrisse poco e non ebbe perciò, a differenza di Carlostadio, un’influenza rilevante sul dibattito teologico<ref>{{Cita|Metz 1998}}</ref>. Dopo essersi riunito al campo moderato, rimase uno stretto sostenitore di Lutero, ma a causa della sua opposizione all'[[Interim di Lipsia]] nel 1549 fu destituito dai suoi incarichi ecclesiastici<ref>{{Cita|Metz 1998}}</ref>
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Dopo l'[[Dieta di Worms (1521)|editto di Worms]], Lutero fu costretto ad abbandonare il [[Casa di Lutero (Wittenberg)|monastero agostiniano di Wittenberg]] e a trovare rifugio presso il castello di [[Wartburg]]. Zwilling divenne allora, assieme ad Andreas Bodenstein ([[Andrea Carlostadio|Carlostadio]]), il capo del movimento riformatore di Wittenberg presso il monastero agostiniano<ref>{{Cita|Metz 1998}}; {{Cita|Wetzel 2019}}.</ref>. Sebbene i contemporanei lo descrivano come un uomo sgraziato, magro e privo di un occhio, dal pulpito era un oratore travolgente, con uno straordinario talento per la retorica<ref>{{Cita|Wetzel 2019}}.</ref>: i suoi ascoltatori videro in lui un altro Lutero, e persino [[Filippo Melantone|Melantone]] ne fu affascinato<ref>{{Cita|Kolde 1952|p. 425}}.</ref>.
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Dopo l'[[Dieta di Worms (1521)|editto di Worms]], Lutero fu costretto ad abbandonare il [[Casa di Lutero (Wittenberg)|monastero agostiniano di Wittenberg]] e a trovare rifugio presso il castello di [[Wartburg]]. Zwilling divenne allora, assieme ad Andreas Bodenstein ([[Andrea Carlostadio|Carlostadio]]), il capo del movimento riformatore di Wittenberg presso il monastero agostiniano<ref>{{Cita|Metz 1998}}; {{Cita|Wetzel 2019}}.</ref>. Sebbene i contemporanei lo descrivano come un uomo sgraziato, magro e privo di un occhio, dal pulpito era un oratore travolgente, con uno straordinario talento per la retorica<ref>{{Cita|Wetzel 2019}}.</ref>: i suoi ascoltatori videro in lui un altro Lutero, e persino [[Filippo Melantone|Melantone]] ne fu affascinato<ref>{{Cita|Kolde 1952|p. 425}}.</ref>.
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Sostenuto da [[Nicolaus von Amsdorf|Nikolaus von Amsdorf]] e [[Justus Jonas]]{{Senza fonte}}, si propose di realizzare un cambiamento radicale nella [[Liturgia (religione)|liturgia]] cattolica romana, esprimendosi a favore
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Sostenuto da [[Nicolaus von Amsdorf|Nikolaus von Amsdorf]] e [[Justus Jonas]]{{Senza fonte}}, si propose di realizzare un cambiamento radicale nella [[Liturgia (religione)|liturgia]] cattolica romana, esprimendosi a favore dell’introduzione della messa riformata, con [[consustanziazione]] del pane e del vino nell'[[eucaristia]], e contro la celebrazione di [[Messa bassa|messe private]]. In particolare fece scalpore il suo sermone del 6 ottobre 1521, in cui inveì per ore contro la messa privata, contro l’“adorazione dell’ostia” e a favore del “calice laico”<ref>{{Cita|Kolde 1952|p. 425}}.</ref>, cioè pretendendo che l’eucaristia fosse celebrata “in entrambe le forme” ([[Utraquismo|communio sub utraque specie]]), con somministrazione del vino eucaristico anche ai cristiani non appartenenti al clero. A proposito della questione sacramentale, sostenne che la [[Eucaristia|comunione]] non aveva natura sacrificale ma dovesse essere solo in ricordo della [[Passione di Gesù|passione di Cristo]]<ref>{{Cita|Metz 1998}}.</ref>.
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Non ebbero successo i tentativi compiuti dall’università, su indicazione del [[principe elettore]] [[Federico il Saggio|Federico]] e del suo Cancelliere [[Gregor Brück|Brück]], di convincere gli agostiniani ad astenersi dalle innovazioni del culto fino a quando il [[vicario generale]] non avesse preso una decisione o la questione non fosse stata adeguatamente chiarita attraverso una disputa accademica<ref>{{Cita|Wentz 1941|p. 450}}.</ref>. La predicazione di Zwilling fu così efficace che già il 13 ottobre 1521 il convento agostiniano smise di recitare la messa. Prima ancora che le autorità potessero reagire, alcuni frati fecero il passo decisivo di rinunciare ai voti, e il 12 novembre tredici monaci lasciarono il monastero; il 30 novembre altri quindici confratelli, tra cui lo stesso Zwilling, si tolsero l’abito<ref>{{Cita|Wentz 1941|p. 450}}.</ref>.
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Non ebbero successo i tentativi compiuti dall’università, su indicazione del [[principe elettore]] [[Federico il Saggio|Federico]] e del suo Cancelliere [[Gregor Brück|Brück]], di convincere gli agostiniani ad astenersi dalle innovazioni del culto fino a quando il [[vicario generale]] non avesse preso una decisione o la questione non fosse stata adeguatamente chiarita attraverso una disputa accademica<ref>{{Cita|Wentz 1941|p. 450}}.</ref>. La predicazione di Zwilling fu così efficace che già il 13 ottobre 1521 il convento agostiniano smise di recitare la messa. Prima ancora che le autorità potessero reagire, alcuni frati fecero il passo decisivo di rinunciare ai voti, e il 12 novembre tredici monaci lasciarono il monastero; il 30 novembre altri quindici confratelli, tra cui lo stesso Zwilling, si tolsero l’abito<ref>{{Cita|Wentz 1941|p. 450}}.</ref>.
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Il 27 dicembre 1521, [[Festa di san Giovanni Battista|giorno di San Giovanni Battista]], Zwilling si recò a [[Eilenburg]] per il Natale, contro la volontà del pastore locale e forse su invito dei funzionari del principe<ref>{{Cita|Wetzel 2019}}.</ref>. Qui il 1
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Il 27 dicembre 1521, [[Festa di san Giovanni Battista|giorno di San Giovanni Battista]], Zwilling si recò a [[Eilenburg]] per il Natale, contro la volontà del pastore locale e forse su invito dei funzionari del principe<ref>{{Cita|Wetzel 2019}}.</ref>. Qui il 1º gennaio 1522, presso il chiostro del castello, celebrò una messa “in entrambe le forme”, in tedesco e in abiti laici, davanti a una comunità di fedeli numerosa<ref>{{Cita|Wentz 1941|p. 485}}; {{Cita|Kolde 1952|p. 425}}; {{Cita|Kaufmann 2016|311/878}}.</ref>; contemporaneamente [[Andrea Carlostadio|Carlostadio]] celebrava la messa davanti alla congregazione di Wittenberg – forse un’azione concertata di due capi del movimento di Wittenberg, volta ad accelerare il processo di riorganizzazione della chiesa riformata<ref>{{Cita|Kaufmann 2016|275/878}}.</ref>.
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Il 10 gennaio 1522 predicò in Wittenberg contro le [[Iconoclastia|immagini]] e giunse persino denunciare dal pulpito Jonas e Amsdorf<ref>{{Cita|Kolde 1952|p. 426}}.</ref>. Da lui istigati, i frati rimasti nel monastero bruciarono nel cortile del chiostro le immagini dei santi e altri arredi della cappella agostiniana. Nella prima ordinanza della chiesa riformata, lo statuto di Wittemberg del 24 gennaio 1522, il consiglio comunale largamente influenzato da Carlostadio stabilì che le immagini e gli altari della [[Chiesa di Santa Maria (Wittenberg)|Chiesa cittadina]] fossero smantellati<ref>{{Cita|Kaufmann 2016|275/878}}.</ref>.
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Il 10 gennaio 1522 predicò in Wittenberg contro le [[Iconoclastia|immagini]] e giunse persino denunciare dal pulpito Jonas e Amsdorf<ref>{{Cita|Kolde 1952|p. 426}}.</ref>. Da lui istigati, i frati rimasti nel monastero bruciarono nel cortile del chiostro le immagini dei santi e altri arredi della cappella agostiniana. Nella prima ordinanza della chiesa riformata, lo statuto di Wittemberg del 24 gennaio 1522, il consiglio comunale largamente influenzato da Carlostadio stabilì che le immagini e gli altari della [[Chiesa di Santa Maria (Wittenberg)|Chiesa cittadina]] fossero smantellati<ref>{{Cita|Kaufmann 2016|275/878}}.</ref>.
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