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Il 23 maggio 1430 Giovanna tentò un attacco a sorpresa contro la città di [[Margny-lès-Compiègne|Margny]], dove trovò una resistenza più forte del previsto; dopo essere stata respinta per tre volte, vedendo giungere al nemico altri rinforzi dalle postazioni vicine comandò la ritirata al riparo delle mura di Compiègne<ref>{{Cita|Pernoud-Clin, 1987|pp. 117-119}}.</ref>. Ad un certo punto il governatore della città, Guglielmo di Flavy, diede ordine di chiudere le porte delle mura nonostante le ultime compagnie non fossero ancora rientrate; ordine che, secondo alcuni, costituirebbe una prova del suo tradimento, essendosi egli accordato segretamente col nemico per rendere possibile la cattura della Pulzella<ref>{{Cita|Pernoud-Clin, 1987|pp. 279-282}}.</ref>.
Il 23 maggio 1430 Giovanna tentò un attacco a sorpresa contro la città di [[Margny-lès-Compiègne|Margny]], dove trovò una resistenza più forte del previsto; dopo essere stata respinta per tre volte, vedendo giungere al nemico altri rinforzi dalle postazioni vicine comandò la ritirata al riparo delle mura di Compiègne<ref>{{Cita|Pernoud-Clin, 1987|pp. 117-119}}.</ref>. Ad un certo punto il governatore della città, Guglielmo di Flavy, diede ordine di chiudere le porte delle mura nonostante le ultime compagnie non fossero ancora rientrate; ordine che, secondo alcuni, costituirebbe una prova del suo tradimento, essendosi egli accordato segretamente col nemico per rendere possibile la cattura della Pulzella<ref>{{Cita|Pernoud-Clin, 1987|pp. 279-282}}.</ref>.
Secondo altri storici, tuttavia, benché questa eventualità sia possibile essa non è dimostrabile<ref name=”Cardini 83″>{{Cita|Cardini, 1999|p. 83}}.</ref>. Ad ogni modo, mentre l’esercito rientrava nella città, Giovanna, che ne proteggeva la ritirata, circondata ormai da pochi uomini della sua compagnia, fu cinturata e strattonata da cavallo, dovendo arrendersi al Jean di Wamdonne<ref>{{Cita|Pernoud-Clin, 1987|pp. 120}}.</ref> combattente agli ordini di [[Giovanni II di Lussemburgo-Ligny|Giovanni di Ligny]], vassallo del duca di Borgogna<ref name=”Cardini 83″ />, ma al servizio del [[Sovrani d’Inghilterra|re d’Inghilterra]]<ref>{{Cita|Pernoud, 1992|pp. 59, 60}}.</ref><ref group=”N”>[[Giovanni II di Lussemburgo-Ligny]] era un vassallo del duca Filippo di Borgogna; tuttavia, era al tempo stesso consigliere del re d’Inghilterra e, pertanto, è spesso considerato anche vassallo della corona inglese. Cfr. {{Cita|Pernoud-Clin, 1987|pp. 248, 249}}</ref>.
Secondo altri storici, tuttavia, benché questa eventualità sia possibile essa non è dimostrabile<ref name=”Cardini 83″>{{Cita|Cardini, 1999|p. 83}}.</ref>. Ad ogni modo, mentre l’esercito rientrava nella città, Giovanna, che ne proteggeva la ritirata, circondata ormai da pochi uomini della sua compagnia, fu cinturata e strattonata da cavallo, dovendo arrendersi a Jean di Wamdonne<ref>{{Cita|Pernoud-Clin, 1987|pp. 120}}.</ref> combattente agli ordini di [[Giovanni II di Lussemburgo-Ligny|Giovanni di Ligny]], vassallo del duca di Borgogna<ref name=”Cardini 83″ />, ma al servizio del [[Sovrani d’Inghilterra|re d’Inghilterra]]<ref>{{Cita|Pernoud, 1992|pp. 59, 60}}.</ref><ref group=”N”>[[Giovanni II di Lussemburgo-Ligny]] era un vassallo del duca Filippo di Borgogna; tuttavia, era al tempo stesso consigliere del re d’Inghilterra e, pertanto, è spesso considerato anche vassallo della corona inglese. Cfr. {{Cita|Pernoud-Clin, 1987|pp. 248, 249}}</ref>.
== La prigionia e il processo ==
== La prigionia e il processo ==