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== Caratteristiche ==
 
== Caratteristiche ==
La struttura del romanzo è alquanto inusuale e a dir poco sperimentale, a causa soprattutto dell’impaginazione, propria dello stile della [[letteratura ergodica]], che obbliga a tratti a rigirare e/o ripiegare il testo; caratteristica saliente del romanzo, infatti, è la presenza di molteplici narratori, i cui racconti, sfruttando proprio il particolare formato dell’opera, si intrecciano e interagiscono tra loro in modo estremamente elaborato e disorientante. Il libro contiene inoltre parecchie note, molte delle quali ne contengono a loro volta altre, alcune riferendosi a libri, studiosi e quant’altro del tutto inesistenti, unicamente frutto della penna dello scrittore. In alcune pagine sono presenti solo poche frasi, se non alle volte semplici parole, disposte spesso nei modi più disparati, in modo tale da riprodurre effetti grafici agorafobici o claustrofobici, in linea con il susseguirsi degli eventi narrati.
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La struttura del romanzo è alquanto inusuale e a dir poco sperimentale, a causa soprattutto dell’impaginazione, propria dello stile della [[letteratura ergodica]], che obbliga a tratti a rigirare e/o ripiegare il testo; caratteristica saliente del romanzo, infatti, è la presenza di molteplici narratori, i cui racconti, sfruttando proprio il particolare formato dell’opera, si intrecciano e interagiscono tra loro in modo estremamente elaborato e disorientante.
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Il libro contiene inoltre parecchie note, molte delle quali ne contengono a loro volta altre, alcune riferendosi a libri, studiosi e quant’altro del tutto inesistenti, unicamente frutto della penna dello scrittore. In alcune pagine sono presenti solo poche frasi, se non alle volte semplici parole, disposte spesso nei modi più disparati, in modo tale da riprodurre effetti grafici agorafobici o claustrofobici, in linea con il susseguirsi degli eventi narrati.
   
 
==Trama==
 
==Trama==
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Nell’appartamento di Zampanò, Truant rinviene, sotto forma di un frammentario ammasso di carte, un manoscritto dell’anziano uomo che si rivela essere un saggio accademico su una pellicola documentaristica intitolata ”The Navidson Record”, incentrata sulle indagini compiute dalla famiglia Navidson su una serie di inspiegabili ed inquietanti fenomeni fisici verificatesi nella loro nuova casa.
 
Nell’appartamento di Zampanò, Truant rinviene, sotto forma di un frammentario ammasso di carte, un manoscritto dell’anziano uomo che si rivela essere un saggio accademico su una pellicola documentaristica intitolata ”The Navidson Record”, incentrata sulle indagini compiute dalla famiglia Navidson su una serie di inspiegabili ed inquietanti fenomeni fisici verificatesi nella loro nuova casa.
   
Da questo punto in poi, quindi, la narrazione si dipana labirinticamente tra lo scritto di Zampanò, arduamente ricostruito da Johnny, le note esplicative del giovane (molte delle quali riportanti, attraverso i suoi pensieri in libera associazione, sia il suo immediato presente, mentre lavora al manoscritto del vecchio, sia la narrazione di diversi e significativi antefatti della sua esistenza, permettendo dunque anche una graduale ricostruzione della sua vita), la dettagliata trascrizione di una parte della pellicola, realizzata dal fratello di Will Navidson, Tom, una breve trascrizione di interviste a svariate personalità (del mondo sia accademico, sia artistico-letterario) concernenti il film, realizzate dalla moglie di Navidson, Karen, ed una serie di brevissime note di editori sconosciuti, il tutto tenuto assieme da una quantità di didascalie. È presente inoltre un quarto narratore, la madre di Johnny, la cui voce traspare da un plico autonomo di lettere intitolato ”Le lettere di Whalestoe” (ripubblicate, dopo l’uscita del libro, come un romanzo autonomo dallo stesso autore), che fa da contraltare alla narrazione autobiografica di Johnny. A ciascuna voce narrante corrisponde un differente carattere di stampa, volto a facilitare il lettore nel seguire la complessa e difficoltosa struttura del romanzo.
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Da questo punto in poi, quindi, la narrazione si dipana labirinticamente tra lo scritto di Zampanò, arduamente ricostruito da Johnny, le note esplicative del giovane (molte delle quali riportanti, attraverso i suoi pensieri in libera associazione, sia il suo immediato presente, mentre lavora al manoscritto del vecchio, sia la narrazione di diversi e significativi antefatti della sua esistenza, permettendo dunque anche una graduale ricostruzione della sua vita), la dettagliata trascrizione di una parte della pellicola, realizzata dal fratello di Will Navidson, Tom, una breve trascrizione di interviste a svariate personalità (del mondo sia accademico, sia artistico-letterario) concernenti il film, realizzate dalla moglie di Navidson, Karen, ed una serie di brevissime note di editori sconosciuti, il tutto tenuto assieme da una quantità di didascalie.
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È presente inoltre un quarto narratore, la madre di Johnny, la cui voce traspare da un plico autonomo di lettere intitolato ”Le lettere di Whalestoe” (ripubblicate, dopo l’uscita del libro, come un romanzo autonomo dallo stesso autore), che fa da contraltare alla narrazione autobiografica di Johnny. A ciascuna voce narrante corrisponde un differente carattere di stampa, volto a facilitare il lettore nel seguire la complessa e difficoltosa struttura del romanzo.
   
 
===The Navidson Record===
 
===The Navidson Record===
 
Il manoscritto di Zampanò tratta principalmente della famiglia Navidson, composta da Will Navidson, un fotoreporter (personaggio parzialmente basato su Kevin Carter), la sua compagna Karen Green, un’attraente ex-modella, e i loro due figli, Chad e Daisy. Il fratello di Navidson, Tom, e svariati altri personaggi si inseriscono nel corso della storia.
 
Il manoscritto di Zampanò tratta principalmente della famiglia Navidson, composta da Will Navidson, un fotoreporter (personaggio parzialmente basato su Kevin Carter), la sua compagna Karen Green, un’attraente ex-modella, e i loro due figli, Chad e Daisy. Il fratello di Navidson, Tom, e svariati altri personaggi si inseriscono nel corso della storia.
   
La famiglia Navidson si è da poco trasferita nella loro nuova casa in Virginia. Ritornando da un viaggio a Seattle, Will scopre che qualcosa è cambiato nell’edificio: dove prima c’era un semplice muro spoglio, è ora comparsa una porta che apre su uno spazio simile a un armadio, nel cui fondo è presente un’ulteriore porta che dà direttamente nella camera dei bambini. Investigando su questo singolare fenomeno, Navidson scopre che le misurazioni interne della casa sono, in qualche strano modo, più ampie di quelle esterne. Inizialmente la differenza si limita a pochi centrimetri (circa un pollice), ma col passare del tempo l’interno della casa sembra espandersi vistosamente, pur mantenendo le stesse proporzioni esterne. Un terzo cambiamento ben presto si manifesta: un lungo vestibolo scuro nel loro salotto, che fisicamente dovrebbe sporgere poi all’esterno della casa, ma ciò non succede. Navidson riprende con la sua telecamera questo strano spazio e circumnaviga la casa per mostrare dove dovrebbe estendersi. Battezza infine il paradossale spazio come “Il corridoio dei cinque minuti e mezzo”. Questo vestibolo conduce ad un complesso simile ad un dedalo, a partire da una larga stanza (”The Anteroom”) che conduce ad uno spazio ancora più ampio (”The Great Hall”), dal cui centro parte un’enorme scalinata a spirale discendente, apparentemente senza fine. C’è inoltre una moltitudine di corridoi e stanze che deviano e modificano il cammino ad ogni passaggio, tutti completamente bui ed anonimi, con pavimenti, muri e soffitti di colore grigio cenere. L’unico suono che disturba il perfetto silenzio dei corridoi è un saltuario ringhio sommesso, la cui origine non è mai del tutto esplicitata, nonostante una fonte accademica citata nel libro ipotizzi che si tratti delle frequenti modifiche spaziali della casa stessa.
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La famiglia Navidson si è da poco trasferita nella loro nuova casa in Virginia. Ritornando da un viaggio a Seattle, Will scopre che qualcosa è cambiato nell’edificio: dove prima c’era un semplice muro spoglio, è ora comparsa una porta che apre su uno spazio simile a un armadio, nel cui fondo è presente un’ulteriore porta che dà direttamente nella camera dei bambini. Investigando su questo singolare fenomeno, Navidson scopre che le misurazioni interne della casa sono, in qualche strano modo, più ampie di quelle esterne. Inizialmente la differenza si limita a pochi centrimetri (circa un pollice), ma col passare del tempo l’interno della casa sembra espandersi vistosamente, pur mantenendo le stesse proporzioni esterne. Un terzo cambiamento ben presto si manifesta: un lungo vestibolo scuro nel loro salotto, che fisicamente dovrebbe sporgere poi all’esterno della casa, ma ciò non succede.
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Navidson riprende con la sua telecamera questo strano spazio e circumnaviga la casa per mostrare dove dovrebbe estendersi. Battezza infine il paradossale spazio come “Il corridoio dei cinque minuti e mezzo”. Questo vestibolo conduce ad un complesso simile ad un dedalo, a partire da una larga stanza (”The Anteroom”) che conduce ad uno spazio ancora più ampio (”The Great Hall”), dal cui centro parte un’enorme scalinata a spirale discendente, apparentemente senza fine. C’è inoltre una moltitudine di corridoi e stanze che deviano e modificano il cammino ad ogni passaggio, tutti completamente bui ed anonimi, con pavimenti, muri e soffitti di colore grigio cenere. L’unico suono che disturba il perfetto silenzio dei corridoi è un saltuario ringhio sommesso, la cui origine non è mai del tutto esplicitata, nonostante una fonte accademica citata nel libro ipotizzi che si tratti delle frequenti modifiche spaziali della casa stessa.
   
 
Ci sono delle discrepanze riguardo a dove appare precisamente “Il corridoio dei cinque minuti e mezzo”. È citato da vari personaggi in momenti diversi, ciascuno dei quali lo colloca in uno dei punti cardinali della casa. La prima volta è lo stesso Zampanò a scrivere che il corridoio è nel muro ovest, contraddicendo una dichiarazione di qualche pagina prima in cui è collocato nel muro nord. L’incongruenza è segnalata anche in una nota di Johnny.
 
Ci sono delle discrepanze riguardo a dove appare precisamente “Il corridoio dei cinque minuti e mezzo”. È citato da vari personaggi in momenti diversi, ciascuno dei quali lo colloca in uno dei punti cardinali della casa. La prima volta è lo stesso Zampanò a scrivere che il corridoio è nel muro ovest, contraddicendo una dichiarazione di qualche pagina prima in cui è collocato nel muro nord. L’incongruenza è segnalata anche in una nota di Johnny.
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===Le lettere di Whalestoe===
 
===Le lettere di Whalestoe===
Le Lettere di Whalestoe sono contenute in un’appendice alla fine del romanzo e, poco dopo l’uscita del libro, vennero pubblicate come un romanzo autonomo dallo stesso autore. Sono le lettere che la madre di Johnny gli scrisse dall’ospedale psichiatrico. Iniziano piuttosto normalmente ma ben presto la donna viene vinta dalla paranoia e, pertanto, le lettere diventano col passare del tempo sempre più sconnesse ed incoerenti.
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Le Lettere di Whalestoe sono contenute in un’appendice alla fine del romanzo e, poco dopo l’uscita del libro, vennero pubblicate come un romanzo autonomo dallo stesso autore. Sono le lettere che la madre di Johnny gli scrisse dall’ospedale psichiatrico. Iniziano piuttosto normalmente ma ben presto la donna viene vinta dalla paranoia e, pertanto, le lettere diventano col passare del tempo sempre più sconnesse ed incoerenti. Vi sono contenuti inoltre vari messaggi segreti, che possono essere decodificati combinando la prima lettere di parole consecutive.
Vi sono contenuti inoltre vari messaggi segreti, che possono essere decodificati combinando la prima lettere di parole consecutive.
 
   
 
==Collegamenti esterni==
 
==Collegamenti esterni==