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Il 22 febbraio [[Filippo I di Parma|don Felipe]] partì da Madrid per assumere il comando dell’amata spagnola<ref>Composta da {{formatnum:15000}} uomini, su 22 battaglioni e 29 squadroni ed un parco di artiglieria, vedi {{cita|Ilari, Boeri 2019|p. 65}}.</ref> che si stava formando ad [[Antibes]] con il comandante effettivo ([[conte di Glimes]]) e la guardia del corpo personale. Intanto il generale Novati aveva superato il [[Po]] e si erta attestato sul [[Secchia]] a 10&nbsp;km da [[Modena]]. Intanto la marina britannica bloccava l’armata di don Felipe, impedendole di cooperare con quella di Montemar<ref name=”Ilari68″>{{cita|Ilari, Boeri 2019|p. 68}}.</ref>. Il 12 febbraio Montemar giunse a [[Pesaro]], avendo attraversato gli Appennini al [[Gola del Furlo|passo del Furlo]] ed il 24 febbraio inviò un’avanguardia a [[Rimini]], intanto Castelar aveva spostato un brigata da Spezia a [[Massa (Italia)|Massa]], ma, ricevuto l’ordine di raggiungere Pesaro, passando dal [[passo del Giogo]], con cui avrebbe violata la neutralità del [[Granducato di Toscana]], raggiunse [[Prato (Italia)|Prato]], dove seppe che la guarnigione austriaca del granducato si era schierata sul passo, quindi piegò verso la [[Val di Chiana]] ed il [[Siena|senese]] e si riportò sul territorio pontificio a [[Passignano sul Trasimeno]], proseguì quindi per [[Perugia]] e [[Gubbio]] e successivamente per il Furlo e la costa adriatica, raggiungendo Rimini il 25 marzo<ref>{{cita|Ilari, Boeri 2019|pp. 66-67}}.</ref>.[[File:MIRANDOLA – Relation der Belagerung von Mirandola, 1742 usw. Grundriß der befestigten Stadt, davor die Aufstellung der österreichisch-sardinischen und der spanischen Truppen, rechts oben Erklärungen a – y.jpg|thumb|Cartina dell'[[Assedio della Mirandola (1742)|assedio della Mirandola]]]]
Il 22 febbraio [[Filippo I di Parma|don Felipe]] partì da Madrid per assumere il comando dell’amata spagnola<ref>Composta da {{formatnum:15000}} uomini, su 22 battaglioni e 29 squadroni ed un parco di artiglieria, vedi {{cita|Ilari, Boeri 2019|p. 65}}.</ref> che si stava formando ad [[Antibes]] con il comandante effettivo ([[conte di Glimes]]) e la guardia del corpo personale. Intanto il generale Novati aveva superato il [[Po]] e si erta attestato sul [[Secchia]] a 10&nbsp;km da [[Modena]]. Intanto la marina britannica bloccava l’armata di don Felipe, impedendole di cooperare con quella di Montemar<ref name=”Ilari68″>{{cita|Ilari, Boeri 2019|p. 68}}.</ref>. Il 12 febbraio Montemar giunse a [[Pesaro]], avendo attraversato gli Appennini al [[Gola del Furlo|passo del Furlo]] ed il 24 febbraio inviò un’avanguardia a [[Rimini]], intanto Castelar aveva spostato un brigata da Spezia a [[Massa (Italia)|Massa]], ma, ricevuto l’ordine di raggiungere Pesaro, passando dal [[passo del Giogo]], con cui avrebbe violata la neutralità del [[Granducato di Toscana]], raggiunse [[Prato (Italia)|Prato]], dove seppe che la guarnigione austriaca del granducato si era schierata sul passo, quindi piegò verso la [[Val di Chiana]] ed il [[Siena|senese]] e si riportò sul territorio pontificio a [[Passignano sul Trasimeno]], proseguì quindi per [[Perugia]] e [[Gubbio]] e successivamente per il Furlo e la costa adriatica, raggiungendo Rimini il 25 marzo<ref>{{cita|Ilari, Boeri 2019|pp. 66-67}}.</ref>.[[File:MIRANDOLA – Relation der Belagerung von Mirandola, 1742 usw. Grundriß der befestigten Stadt, davor die Aufstellung der österreichisch-sardinischen und der spanischen Truppen, rechts oben Erklärungen a – y.jpg|thumb|Cartina dell'[[Assedio della Mirandola (1742)|assedio della Mirandola]]]]
[[Francesco Maria d’Este]], duca di Modena, firmò con Campillo (segretario spagnolo per la guerra) un trattato ad [[Aranjuez]] con l’impegno della Spagna a fornirgli denari e truppe e con l’impegno suo di fornire alla Spagna appoggio logistico ed una piazza a scelta degli spagnoli. Il Re di Sardegna, venuto a conoscenza della trattativa, mise il duca di fronte alle conseguenze, ed il duca si trasferì con la famiglia da Modena a [[Sassuolo]], ordinando alle proprie truppe di occupare [[Mirandola]] e la cittadella di [[Modena]]<ref name=”Ilari68″ />. Montemar, che aveva posto il quartier generale a [[Forlì]] si spostò a tappe successive prima su [[Bologna]] e successivamente verso Modena arrivando sotto la fortezza pontificia di Forte Urbano (oggi [[Castelfranco Emilia]]), contemporaneamente l’avanguardia dell’esercito sardo (19 battaglioni e 9 squadroni) si accampava a Collegara<ref>Attualmente il quartiere di San Damaso di Modena</ref> (presso Modena) successivamente formarono una linea di capisaldi sulla sponda del [[Panaro]]<ref>{{cita|Ilari, Boeri 2019|pp. 69-70}}.</ref>. A quel punto le forze contrapposte erano equivalenti<ref name=”IB71″>{{cita|Ilari, Boeri 2019|p. 71}}.</ref>, tuttavia il 6 giugno il duca di Modena, ottenuto un salvacondotto dal Re di Sardegna, si trasferì prima in territorio veneziano<ref name=”IB71″ /> e il 9 maggio 1743<ref>{{cita|Ilari, Boeri 2019|p. 87}}.</ref> al campo spagnolo, il giorno successivo i ministri consegnarono Modena agli austro-sardi e la città fu occupata da 3 battaglioni austro-sardi. L’11 giugno il barone Schulenburg investì la cittadella di Modena, facendola capitolare il 28 giugno<ref name=”Ilari75″>{{cita|Ilari, Boeri 2019|p. 75}}.</ref>. Il 16 giugno Montemar decampò per trasferirsi a [[San Giovanni in Persiceto]], l’armata si accampò a cavallo del Panaro presso [[Bondeno]]<ref>{{cita|Ilari, Boeri 2019|p. 76}}.</ref>.
[[Francesco III d’Este|Francesco Maria d’Este]], duca di Modena, firmò con Campillo (segretario spagnolo per la guerra) un trattato ad [[Aranjuez]] con l’impegno della Spagna a fornirgli denari e truppe e con l’impegno suo di fornire alla Spagna appoggio logistico ed una piazza a scelta degli spagnoli. Il Re di Sardegna, venuto a conoscenza della trattativa, mise il duca di fronte alle conseguenze, ed il duca si trasferì con la famiglia da Modena a [[Sassuolo]], ordinando alle proprie truppe di occupare [[Mirandola]] e la cittadella di [[Modena]]<ref name=”Ilari68″ />. Montemar, che aveva posto il quartier generale a [[Forlì]] si spostò a tappe successive prima su [[Bologna]] e successivamente verso Modena arrivando sotto la fortezza pontificia di Forte Urbano (oggi [[Castelfranco Emilia]]), contemporaneamente l’avanguardia dell’esercito sardo (19 battaglioni e 9 squadroni) si accampava a Collegara<ref>Attualmente il quartiere di San Damaso di Modena</ref> (presso Modena) successivamente formarono una linea di capisaldi sulla sponda del [[Panaro]]<ref>{{cita|Ilari, Boeri 2019|pp. 69-70}}.</ref>. A quel punto le forze contrapposte erano equivalenti<ref name=”IB71″>{{cita|Ilari, Boeri 2019|p. 71}}.</ref>, tuttavia il 6 giugno il duca di Modena, ottenuto un salvacondotto dal Re di Sardegna, si trasferì prima in territorio veneziano<ref name=”IB71″ /> e il 9 maggio 1743<ref>{{cita|Ilari, Boeri 2019|p. 87}}.</ref> al campo spagnolo, il giorno successivo i ministri consegnarono Modena agli austro-sardi e la città fu occupata da 3 battaglioni austro-sardi. L’11 giugno il barone Schulenburg investì la cittadella di Modena, facendola capitolare il 28 giugno<ref name=”Ilari75″>{{cita|Ilari, Boeri 2019|p. 75}}.</ref>. Il 16 giugno Montemar decampò per trasferirsi a [[San Giovanni in Persiceto]], l’armata si accampò a cavallo del Panaro presso [[Bondeno]]<ref>{{cita|Ilari, Boeri 2019|p. 76}}.</ref>.
Intanto il re di Sardegna e il generale Brown si consultarono, Carlo Emanuele propose all’alleato di dirigersi sopra Bologna per poi sloggiare gli Spagnoli dal Panaro, tuttavia Brown disse che questo avrebbe lasciato vulnerabile la Lombardia, e perciò si decise di attaccare [[Mirandola]]. Il 15 luglio iniziarono le operazioni, e il 22 luglio [[Assedio della Mirandola (1742)|cadde la cittadella di Mirandola]] in quanto il generale conte Matignoni rese la piazza.<ref name=”Ilari75″ /><ref>Carutti pag. 211</ref>
Intanto il re di Sardegna e il generale Brown si consultarono, Carlo Emanuele propose all’alleato di dirigersi sopra Bologna per poi sloggiare gli Spagnoli dal Panaro, tuttavia Brown disse che questo avrebbe lasciato vulnerabile la Lombardia, e perciò si decise di attaccare [[Mirandola]]. Il 15 luglio iniziarono le operazioni, e il 22 luglio [[Assedio della Mirandola (1742)|cadde la cittadella di Mirandola]] in quanto il generale conte Matignoni rese la piazza.<ref name=”Ilari75″ /><ref>Carutti pag. 211</ref>