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La ”’chiesa di San Simeone Profeta”’ è una chiesa scomparsa di Roma, del [[Ponte (rione di Roma)|rione Ponte]], posta in piazza Lancellotti.
La ”’chiesa di San Simeone Profeta”’ è una chiesa di Roma, nel [[Ponte (rione di Roma)|rione Ponte]], posta in piazza Lancellotti.
==Storia==
==Storia==
Questa chiesa è di origini medievali (la prima menzione si trova in un documento del ”Regestum Farfense” del 23 gennaio [[1017]]) ed era chiamata ”San Simeone de Ponte”. Essa compare nel [[catalogo di Cencio Camerario]] ([[1192]]) con il nome di ”sancto Symeoni de Pusterula”. Venne poi completamente restaurata nel [[1610]] per volere del [[cardinale]] [[Orazio Lancellotti]], che aveva il proprio [[Palazzo Lancellotti|palazzo]] prospiciente sulla piazza, e dedicata al profeta [[Simeone il Vecchio|Simeone]]. In seguito la chiesa fu affidata alla Confraternita di [[Santa Margherita da Cortona]], per cui la si trova denominata anche come ”Santa Margherita”. Già alla fine dell'[[Ottocento]] non aveva più un prete stabile, e nella prima metà del [[Novecento]], dopo il crollo del tetto, fu totalmente abbandonata. Un tempo la chiesa era a tre navate e custodiva opere di [[Ventura Salimbeni]] e [[Carlo Saraceni]]: di essa oggi resta solo la facciata, mentre il resto dell’edificio, pur mantenendo la struttura a tre navate è stato modificato per fare spazio a locali abitativi.
Questa chiesa è di origini medievali (la prima menzione si trova in un documento del ”Regestum Farfense” del 23 gennaio [[1017]]) ed era chiamata ”San Simeone de Ponte”. Essa compare nel [[catalogo di Cencio Camerario]] ([[1192]]) con il nome di ”sancto Symeoni de Pusterula”. Venne poi completamente restaurata nel [[1610]] per volere del [[cardinale]] [[Orazio Lancellotti]], che aveva il proprio [[Palazzo Lancellotti|palazzo]] prospiciente sulla piazza, e dedicata al profeta [[Simeone il Vecchio|Simeone]]. In seguito la chiesa fu affidata alla Confraternita di [[Santa Margherita da Cortona]], per cui la si trova denominata anche come ”Santa Margherita”. Già alla fine dell'[[Ottocento]] non aveva più un prete stabile, e nella prima metà del [[Novecento]], dopo il crollo del tetto, fu totalmente abbandonata. Un tempo la chiesa era a tre navate e custodiva opere di [[Ventura Salimbeni]] e [[Carlo Saraceni]]: di essa oggi resta solo la facciata, mentre il resto dell’edificio, pur mantenendo la struttura a tre navate, è stato modificato per fare spazio a locali abitativi.
==Bibliografia==
==Bibliografia==